martedì 22 maggio 2012

MILANO







Quante volte, Milano/dalla mia terra più dolce/sono arrivato davanti al tuo volto/piatto, senza respiro. E' il tempo dell'amore duro,/è notte, solo notte, è dignità/di sguardi che sanno d'averla/perduta, è il viale dove scendo/come bestia che è pazza a cercare/l'asfalto nero, rapidoe luminoso di pioggia come/uno stordimento./ Pioggia anche la mattina/giù dai vetri larghi al supermarket,/acqua sentita per un istante,/una stretta nel cuore all'uscita/dalle porte a cellula di luce/e giù la testa, di corsa/fino all'entrata confusa nell'auto/tra l'odore dei vestiti bagnati/e la carezza gelida del cellophàn./ Devo scordarmi di lei,/scesa per le scale/del metrò, senza più bellezza per me,/devo scordarmi di me, chiuso/in auto a guardarla senza più pensiero./Devo scordarmi quel tuo nero, Milano,/e il vaniloquio del traffico/sotto l'acqua, e il giorno e l'ora,/scoprire che non c'era/né diritto né speranza, e neanche/amore, ma furore, solo dolce/e demente furore./ Quante volte dalla mia terra più calma/sono venuto al tuo inferno./Mi conoscono i fedeli dei chioschi notturni,/illuminati come stelle gelate, le mosche/che sembrano i maghrebini, i turchi/che stanno intorno a trafficare, ad aver pace./Quante volte sono venuto al tuo inferno,/Milano, a inaugurarlo./E se quella notte speravo in una notte/più calma e di risentire il mare/non era per predare, non era/per gettare il capo in un bianco fuoco,/ma era per avere quiete, quiete/se non amore, quiete un poco./

(da Il Bar del Tempo, Davide Rondoni)







http://www.flickr.com/photos/peacefuleasyfeeling/

IL MARE DI VETRO


II 

(THE SEA OF GLASS) 

I LOOKED and saw a sea 
roofed over with rainbows, 
In the midst of each 

two lovers met and departed ; 
Then the sky was full of faces 

with gold glories behind them. 

(da Epigrams, in Canzoni, Ezra Pound)




http://www.flickr.com/photos/peacefuleasyfeeling/7196916156/in/photostream

sabato 19 maggio 2012

50 anni fa il Concilio Ecumenico Vaticano II


Davvero 50 anni fa è nata una Chiesa nuova? Molti hanno questa idea superficiale del Concilio Ecumenico Vaticano II. Trovano la giustificazione nelle parole del Vangelo: “Quando verrà lo Spirito Santo, Egli vi porterà alla Verità tutta intera” (Gv. 16,12-13). La Verità infatti, dicono, nessuno la possiede ed ogni epoca ne rivela una parte. Con questa “nuova verità” arriva anche il cambiamento.
Il cambiamento nella Chiesa è il grande problema di oggi, tanto che ne ha parlato il Papa in uno dei suoi primi discorsi, il 22 dicembre 2005. Egli però, pur lodando alcune riforme, afferma che la Verità non può cambiare ma solo essere approfondita. Essa rimane sempre uguale a se stessa. Anche un corpo crescendo raggiunge nuove qualità e potenzialità, già però presenti al suo interno. Così la Verità cresce ma non muta. Rimane sempre la stessa e quando mette in luce nuovi aspetti, questi sono già al suo interno e con essa sono coerenti.
Il cambiamento c’è stato: basta guardare una chiesa antica e una moderna oppure guardare la messa. Ma lo si percepisce ancora di più a proposito del modo di pensare dei preti e della gente. Nel matrimonio prima ci si accompagna poi ci si sposa. Si tollera l’aborto nei cosiddetti casi disperati. Nella sessualità si ritiene tutto lecito e si parte subito dai rapporti fisici. È diverso il modo di pensare le altre religioni e la libertà religiosa viene interpretata come diritto a seguire l’errore. La fede è diventata “fai da te” così che si crede solo a ciò che fa comodo e non si va più a Messa la Domenica, perché ciò che conta è “essere buoni”. Ci si comunica anche in peccato mortale, perché non si ha più il concetto giusto del peccato.
I più intransigenti affermano che la Chiesa non è più la stessa e che al suo interno è avvenuta una specie di mutazione genetica. Sbagliano di certo, ma Benedetto XVI ha parlato di “discontinuità” e ha affermato che il pericolo di non essere più nella stessa linea di prima, esiste. Non sono cambiati i principi, Egli ha detto, ma molti teologi hanno fatto credere che il Concilio avrebbe voluto dire molto di più di ciò che in effetti ha potuto dire. Costoro, invece che attenersi a testi scritti, ne hanno voluto cogliere lo spirito (cioè il loro significato più profondo).
Così due interpretazioni (ermeneutiche) hanno litigato tra loro. Quella della “discontinuità” ha provocato danni ed atteggiamenti al limite del sopportabile per chi è autenticamente cattolico. L’altra “ermeneutica della riforma nella continuità” ha prodotto frutti buoni di rinnovamento procedendo sulla linea di sempre.
Il Concilio, a cui hanno fatto seguito altri interventi magisteriali, non ha detto che tutte le religioni sono uguali. L’unica vera e salvifica è solo la Cristiano-Cattolica. Gli aspetti buoni che possono esserci anche al di fuori di essa, non bastano per raggiungere la salvezza. Possono però costituire un buon punto di partenza per proporre la conversione a Gesù. In virtù della libertà religiosa, l’uomo non ha il diritto di professare l’errore, ma ha l’obbligo di cercare la Verità per aderirvi. E per quanto riguarda l’ecumenismo, gli elementi comuni con le confessioni cristiane non cattoliche non eliminano le divisioni dovute al rigetto di parte del patrimonio evangelico. Per cui l’unica e completa Chiesa di Cristo è quella cattolica.
Lo Spirito Santo non ha mai portato confusione, e quella di oggi non viene da Lui che dona invece pace e gioia.

Don Giorgio Bellei
(L'articolo è stato preso da qui)

mercoledì 16 maggio 2012

cristianesimo non è perbenismo

A una signora che durante una conferenza sull'educazione si lamentava di atteggiamenti un po' estremi dei nostri ragazzi etc etc, ho rammentato che io e lei in quanto cattolici ogni domenica mangiamo il corpo di uno e ne beviamo il sangue. Un po' estremo, no?

... per iscriversi alla newsletter di clanDestino...

Massoneria e corruzione dei costumi


Collen Hammond, ex modella e attrice diventata cattolica, in un libro autobiografico di recente pubblicazione racconta come la totale perdita di pudore nell’abbigliamento femminile sia stato uno degli obiettivi tatticamente perseguiti dalla massoneria nell’intento di sradicare la religione. La signora, madre di quattro figli, cita fra l’altro un numero della International Review on Freemasonry pubblicato nel 1928 in cui si legge: “La religione non teme i colpi di spada; ma può estinguersi sotto i colpi della corruzione. Non stanchiamoci mai della corruzione: usiamo un pretesto come lo sport, l’igiene, la cura della salute. E’ necessario corrompere: che i nostri giovani pratichino il nudismo.
Per scongiurare una reazione eccessiva, bisogna procedere metodicamente: bisogna cominciare con lo scoprire il gomito; poi passare alle ginocchia; quindi a gambe e braccia completamente scoperte; poi la parte superiore del torace, le spalle, ecc. ecc.” (Dressing with dignity, Rockford 2005, p. 53).
Un secolo prima della rivista citata dalla Hammond la strategia delle sette era la stessa. Regnante Gregorio XVI (1831-46) la polizia pontificia scopre documenti e corrispondenza fra carbonari in cui si teorizza che, per ottenere il potere, bisogna passare per la corruzione dei costumi.
Qualche saggio dei documenti resi pubblici per volontà del papa: “Abbiamo deciso che non vogliamo più cristiani; evitiamo dunque di fare martiri: pubblicizziamo piuttosto il vizio presso il popolo”; “L’essenziale è isolare l’uomo dalla famiglia, è fargliene perdere le abitudini”; “L’uomo ama le lunghe chiacchiere al caffè e assistere ozioso agli spettacoli. Intrattenetelo, lavoratelo con destrezza, fategli credere di essere importante; insegnategli poco a poco ad avere disgusto delle occupazioni quotidiane, e così, dopo averlo separato da moglie e figli e dopo avergli mostrato quanto è faticoso vivere adempiendo ai propri doveri, inculcategli il desiderio di una vita diversa”.
Perché la massoneria promuove la corruzione morale della società? Vale la pena di analizzare due risposte, la prima della Civiltà Cattolica, la seconda di Leone XIII, perché entrambe interessanti. A parere della rivista dei gesuiti, che ne parla in un articolo del 1852, lo scopo delle sette “è generalmente antireligioso e antisociale. Esse agognano lo sperperamento e il taglio d’ogni vincolo più sacro, che lega uomo con uomo, nella Chiesa, nella società, nella famiglia, per ricostruire l’umanità sotto una nuova forma di totale servaggio, in cui lo Stato sia tutto, e i capi della setta siano lo Stato”. Nell’enciclica Humanum genus composta nel 1884 per chiarire ai cattolici la natura della massoneria (che, detto fra parentesi, all’epoca dominava la vita politica e culturale italiana), Leone XIII individua nella promozione del vizio l’arma principale delle sette massoniche: a giudizio del papa solo così, e cioè fiaccando la volontà delle persone col renderle schiave delle passioni, uomini “scaltriti e astuti” avrebbero potuto imporsi e dominare incontrastati. Queste le parole del pontefice: “poiché quasi nessuno è disposto a servire tanto passivamente uomini scaltriti e astuti come coloro il cui animo è stato fiaccato e distrutto dal dominio delle passioni, sono state individuate nella setta dei Massoni persone che dichiarano e propongono di usare ogni accorgimento e artificio per soddisfare la moltitudine di sfrenata licenza; fatto ciò, esse l’avrebbero poi soggiogata al proprio potere arbitrario, e resa facilmente incline all’ascolto”. 
Che questi echi lontani di polemiche otto-novecentesche abbiano qualcosa a che fare con la forsennata campagna a favore del matrimonio omosessuale, in un tempo, per di più, in cui l’istituzione matrimoniale giace in stato comatoso?

(articolo preso da qui)