sabato 22 giugno 2013

Pensieri

Ad una qualità che mi esalta, preferisco un difetto che mi umilia
(sr Caterina Pesci)

martedì 18 giugno 2013

Il Bene non è mai banale

"Per un cristiano il bene non è mai banale,
perché da quando Cristo nel Getsemani tolse la spada dalle mani di Pietro
rispondere al male con il bene è l'unica arma che il Signore ha posto nelle mani dei suoi fedeli. 
Il Bene non è mai banale.
Anche se quando hai eretto pietra su pietra con sacrifici e rinunce la costruzione che pur deve servire a Dio, 
una raffica spezza ogni cosa. 
Può apparire questa una delle tante contraddizioni del cristianesimo,
e racchiude invece una grande verità: 
la fatica val più dell'opera, agli occhi di Dio. L'opera può farci inorgoglire; 
la fatica rimane il solo titolo davanti al Signore."

(Odoardo Focherini)

Volontà e volontà

"Aggiungo questa mattina, giorno di santa Cecilia, che il proverbio preso dal nostro san Bernardo: L'inferno è pieno di buone volontà e di buoni desideri, non vi deve turbare minimamente.
Vi sono due specie di buone volontà. Una dice: lo vorrei far bene, ma non fa e non lo farà mai. L'altra dice: lo voglio far bene, ma non ho tanta capacità di fare quanta ne ho di volere. Solo questo mi ferma.
La prima volontà riempie l'inferno; la seconda riempie il Paradiso. La prima non fa altro che cominciare a volere e a desiderare, e non si decide mai a volere sul serio. I suoi desideri nono sono abbastanza coraggiosi; non sono altro che aborti di volontà, e quindi, essa riempie l'inferno. La seconda, invece, produce desideri completi e ben formati."
(Francesco di Sales, Lettere di amicizia spirituale, pag. 62)

sabato 8 giugno 2013

Custodiva tutte queste cose nel suo cuore*


Gioisci, mio cuore,
della strada baciata dalle suole.
Non arresti il passo
lo stupore del cammino.
Custodisci e dona
come la terra il seme
l’attesa e la vita.
 
*Lc 2, 51

 
 

domenica 2 giugno 2013

Mangia, perché è troppo lungo per te il cammino*

Tutte le dimensioni dell’Eucaristia si rannodano in un aspetto che più di tutti mette alla prova la nostra fede: è il mistero della presenza “reale”. Con tutta la tradizione della Chiesa, noi crediamo che, sotto le specie eucaristiche, è realmente presente Gesù. Una presenza – come spiegò efficacemente il Papa Paolo VI – che è detta “reale” non per esclusione, quasi che le altre non siano reali, ma per antonomasia, perché in forza di essa Cristo tutto intero si fa sostanzialmente presente nella realtà del suo corpo e del suo sangue. Per questo la fede ci chiede di stare davanti all’Eucaristia con la consapevolezza che siamo davanti a Cristo stesso. Proprio la sua presenza dà alle altre dimensioni – di convito, di memoriale della Pasqua, di anticipazione escatologica – un significato che va ben al di là del puro simbolismo. L’Eucaristia è mistero di presenza, per mezzo del quale si realizza in modo sommo la promessa di Gesù di restare con noi fino alla fine del mondo.

Beato Giovanni Paolo II, Mane nobiscum Domine, 2004.

*1Re 19,7.

sabato 1 giugno 2013

"La Chiesa non è un’organizzazione di cultura”


"La Chiesa non è un’organizzazione di cultura”, ma è “la famiglia di Gesù”: è quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha ribadito che i cristiani non devono avere vergogna di vivere con lo scandalo della Croce e li ha esortati a non lasciarsi "intrappolare dallo spirito del mondo". Alla Messa, concelebrata dal cardinale arcivescovo dell’Avana Jaime Lucas Ortega y Alamino, ha preso parte un gruppo di Gentiluomini di Sua Santità.
Con quale autorità fai queste cose? Papa Francesco ha svolto la sua omelia partendo dalla domanda rivolta a Gesù dagli scribi e dai sommi sacerdoti. Ancora una volta, ha osservato, vogliono tendere “una trappola” al Signore, cercando di portarlo “all’angolo” di farlo sbagliare. Ma qual è, si chiede il Papa, il problema che questa gente aveva con Gesù? Sono forse i miracoli che faceva? No, non è questo. In realtà, ha affermato, “il problema che scandalizzava questa gente era quello che i demoni gridavano a Gesù: ‘Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il Santo!”. Questo “è il centro”, questo scandalizza di Gesù: “Lui è Dio che si è incarnato”. Anche a noi, ha proseguito, “ci tendono trappole nella vita”, ma ciò che “scandalizza della Chiesa è il mistero dell’Incarnazione del Verbo”. E "questo non si tollera, questo il demonio non lo tollera”:
“Quante volte si sente dire: ‘Ma, voi cristiani, siate un po’ più normali, come le altre persone, ragionevoli!’. Questo è un discorso da incantatori di serpenti, proprio: ‘Ma, siate così, no?, un po’ più normali, non siate tanto rigidi …’. Ma dietro a questo c’è: ‘Ma, non venite con storie, che Dio s’è fatto uomo! L’Incarnazione del Verbo, quello è lo scandalo che c’è dietro! Noi possiamo fare tutte le opere sociali che vogliamo, e diranno: ‘Ma che brava, la Chiesa, che buona l’opera sociale che fa la Chiesa’. Ma se noi diciamo che noi facciamo questo perché quelle persone sono la carne di Cristo, viene lo scandalo. E quella è la verità, quella è la rivelazione di Gesù: quella presenza di Gesù incarnato”.
E “questo è il punto”, ha sottolineato Papa Francesco: “Sempre ci sarà la seduzione di fare cose buone senza lo scandalo del Verbo Incarnato, senza lo scandalo della Croce”. Dobbiamo invece “essere coerenti con questo scandalo, con questa realtà che fa scandalizzare”. E’ “meglio così: la coerenza della fede”. Il Papa ha, quindi, rammentato quanto afferma l’Apostolo Giovanni: “Quelli che negano che il Verbo è venuto nella carne sono dell’anticristo, sono l’anticristo”. D’altronde, ha detto ancora, “soltanto quelli che dicono che il Verbo è venuto nella carne sono dello Spirito Santo”. Papa Francesco ha dunque affermato che “ci farà bene a tutti noi pensare questo: la Chiesa non è un’organizzazione di cultura, anche di religione, anche sociale”: 
“La Chiesa è la famiglia di Gesù. La Chiesa confessa che Gesù è il Figlio di Dio venuto nella carne: quello è lo scandalo, e per questo perseguitavano Gesù. E alla fine, quello che non aveva voluto dire Gesù, a questi – ‘Con che autorità fai questo?’ – lo dice al Sommo sacerdote. ‘Ma, alla fine di': Tu sei il Figlio di Dio?’ – ‘Sì!’. Condannato a morte, per quello. Questo è il centro della persecuzione. Se noi diventiamo cristiani ragionevoli, cristiani sociali, cristiani di beneficenza soltanto, quale sarà la conseguenza? Che non avremo mai martiri: quella sarà la conseguenza”.
Quando invece noi cristiani diciamo questa verità, che “Il Figlio di Dio è venuto e si è fatto carne”, quando noi – ha proseguito il Papa – “predichiamo lo scandalo della Croce, verranno le persecuzioni, verrà la Croce” e ciò “sarà buono”, “così è la nostra vita”: 
“Chiediamo al Signore di non avere vergogna di vivere con questo scandalo della Croce. E anche la saggezza: chiediamo la saggezza di non lasciarci intrappolare dallo spirito del mondo, che sempre ci farà proposte educate, proposte civili, proposte buone ma dietro a quelle c’è proprio la negazione del fatto che il Verbo è venuto nella carne, dell’Incarnazione del Verbo. Che alla fine è quello che scandalizza quelli che perseguitano Gesù, è quello che distrugge l’opera del diavolo. Così sia”.


Alessandro Gisott - Radio Vaticana (articolo preso da qui)