Non conosceva le sabbie
del deserto, ma avvertiva intimamente che doveva attraversare quella
distesa sterminata. Così si lanciò energicamente lungo la sabbia.
Ma presto si accorse che le sue acque svanivano, immediatamente
assorbite e trasformate in un pantano. Come fare?
Udì la voce del deserto
mormorargli: “Non turbarti, ma osserva come il vento mi attraversa
senza indugio. Lasciati assorbire nel vento, così potrai
attraversarmi!”.
Il suggerimento del
deserto rese molto perplesso il fiume, che rimuginava pensoso: Ma
come posso farlo? Questo significa che mi dovrei trasformare. Non
l'ho mai fatto! Dovrei farmi assorbire dal vento che può volare! E
poi dopo questo viaggio sconosciuto sarò lo stesso fiume di prima?
Il deserto, come se gli
avesse letto nel pensiero, rispose: “Non temere! Lasciati andare!
Lasciati assorbire dal vento! La tua acqua sarà sollevata dal vento
che, una volta attraversato il deserto, ricadrà lontano come
pioggia, trasformandosi nuovamente in fiume. In fondo, a ben
guardare, non hai alternative. Tutto è in movimento e se decidi di
fermarti qui, in breve tempo diventeresti una misera pozza d'acqua
stagnante!”.
Pian piano, nel fiume
qualcosa accadde, ricordi remoti iniziarono a risuonare in lui. Nella
sua essenza fece breccia una lontana memoria di quando un vento si
prese cura di lui, trasportandolo amorevolmente alla sorgente da cui
sorse. Grazie a questo ricordo il fiume decise di trasformarsi in
vapore. Il vento allora lo accolse tra le sue braccia ospitali, lo
portò in alto trasportandolo molto lontano, al di là del deserto.
Lo fece poi ridiscendere sulla vetta di una montagna, da dove, con
rinnovata consapevolezza, cominciò nuovamente a scorrere.
Questa è la storia da
cui è nato il detto sufi: Il cammino del fiume della vita è
scritto nelle sabbie.
G. Magi, Il dito e la
luna, Vicenza, 2002.