Nel giorno in cui ricorrerebbe il centoventesimo compleanno di Carlo Emilio Gadda, pubblichiamo le riflessioni di Teofilo, dall'incipit del dialogo intitolato "L'egoista" (1953).
Chi immagina e percepisce se medesimo come un
essere «isolato» dalla totalità degli esseri porta il concetto di individualità
fino al limite della negazione, lo storce fino ad annullarne il contenuto. L’io
biologico ha un certo grado di realtà: ma è sotto molti riguardi apparenza,
vana petizione di principio. La vita di ognun di noi pensata come fatto per sé
stante, estraniato da un decorso e da una correlazione di fatti, è concetto
erroneo, è figurazione gratuita. In realtà, la vita di ognun di noi è «simbiosi
con l’universo». La nostra
individualità è il punto di incontro, è il nodo o groppo di innumerevoli
rapporti con innumerevoli situazioni (fatti od esseri) a noi apparentemente
esterne. Ognuno di noi è limitato, su infinite direzioni, da una controparte
dialettica: ognuno di noi è il no di infiniti sì, è il sì di infiniti no. Tra
qualunque essere dello spazio metafisico e l’io individuo (io-parvenza,
io-scintilla di una tensione dialettica universale) intercede un rapporto
pensabile: e dunque un rapporto di fatto. Se una libellula vola a Tokio, innesca una catena di
reazioni che raggiungono me.
Egoista è
colui che ignora o trascura la condizione di simbiosi, cioè di necessaria
convivenza, di tutti gli esseri. Egli crede di poter vivere solo, entità eminente
nella vera luce su oscure e dimenticabili premesse. In realtà le sue funzioni
vitali, come ad esempio lo svuotamento dell’intestino, si adempiono col
necessario concorso di altri esseri, in fatto di alcuni miliardi di
microorganismi specializzati che hanno eletto il loro domicilio nell’intestino
stesso. Le radici delle piante devono appropriarsi l’indispensabile azoto sotto
forma di nitrati (sali dell’acido nitrico); e ciò pervengono
a fare grazie alla collaborazione di batteri nitrificatori, o batteri di
Winogradski, che vivono, e infaticabilmente agiscono, aggrumati in popolose
colonie sulla loro scorza. Tali batteri trasformano gli indigeribili nitriti
(sali dell’acido nitroso, presenti nel terreno) in ghiotti nitrati. L’acido
nitroso deriva dall’ozono, infuso nelle piogge da scariche elettriche
cosiddette «oscure», di cui l’atmosfera suole palpitare in silenzio: ma anche
da quelle dirompenti e accecanti.
L’egoista, buon per lui, ignora o trascura
questi nessi, queste correlazioni di fatto. Non ha letto, e non ha meditato a
sufficienza, la monadologia di Leibniz
né i Karamazov di Dostoiewski. Non ha letto o non ha inteso i Vangeli.
C. E. Gadda, L'egoista, in I viaggi la morte, Garzanti, 1988-93.
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