Intervenne Agnese: «Anch’io, Chiara. Penso, infatti, all’esortazione di Francesco: “Non dobbiamo rubare la gloria di Dio, appropriandoci del bene che crediamo di fare, mentre in realtà è il Signore che lo compie, attraverso di noi, in parole o in opere! Perché in ogni cosa si rendesse lode a Dio, egli scrisse una lettera da consegnare ai governanti e ai capi delle nazioni”».
Continuò Chiara: «A noi diceva, facendo eco alle parole dell’Apostolo: “Voi, siete
Dopo un attimo di silenzio, riprese: «Credere che la
tenerezza di Dio si china su tutte le miserie che ci vengono affidate per curarle,
guarirle persino, attraverso le nostre mani; e, come Gesù presso la tomba di
Lazzaro, cominciare col benedire il Padre: “Sì, Padre, sapevo che mi esaudisci
sempre!”; credere possibile l’impossibile e in ogni circostanza dar lode a Dio
è la missione che Egli stesso ci ha affidato. La nostra lode a Lui è umile
confessione del Suo Amore, più forte di tutto, che mai abbandona».
"Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno."
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