G. De Chirico, Ettore e Andromaca, 1917, Milano - Collezione Mattioli |
Le
anime hanno un loro particolare modo d’intendersi, d’entrare in intimità, fino
a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio
delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali. Han bisogni lor
proprii e loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per
inteso, quando veda l’impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto. E
ogni qualvolta due che comunichino fra loro così, con le anime soltanto, si
trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una
repulsione violenta d’ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li
allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga. Allora, passata
l’angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da
lontano.
L.
Pirandello, Il fu Mattia Pascal,
Mondadori, 1988.
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