venerdì 17 agosto 2012

per molti o per tutti?

Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti”: dice così l’attuale formula della consacrazione del vino in traduzione italiana. I nostri vescovi vorrebbero mantenerla ma il Papa chiede che si adotti una traduzione letterale del testo latino, che ha “pro vobis et pro multis”. Ne è nata una disputa che vede anche altre proposte, in sostituzione dell’attuale “tutti”, che è una traduzione interpretativa: “per la moltitudine”, “per moltitudini”, “per moltitudini immense”.
Il dibattito ha più di quarant’anni e risale alle traduzioni del Messale Romano nelle lingue moderne, all’indomani del Vaticano II. Quella italiana fu approvata da Paolo VI nel 1971. La questione è stata riproposta da Papa Benedetto con una lettera ai vescovi della Germania che ha la data del 14 aprile di quest’anno, con la quale si rifaceva a una lettera circolare inviata nel 2006 dalla Congregazione per il Culto alle Conferenze episcopali dei Paesi dov’era stata adottata la traduzione “per tutti” per invitarle a rimediare e a preparare i fedeli al cambiamento.
Per intendere la questione è necessaria una premessa filologica. Questa era la formula latina tradizionale: «Hic est enim Calix Sanguinis mei Novi et Aeterni Testamenti: qui pro vobis et pro multis effundetur in remissionem peccatorum». Che in italiano è stata così tradotta: «Questo è il Calice del mio Sangue per la Nuova ed Eterna Alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati». Il «per tutti» dell’italiano corrisponde al tedesco «für allen», all’inglese «for all», allo spagnolo «por todos los hombres». Non in tutte le lingue c’era stata quella variazione interpretativa. In francese per esempio si dice «pour la multitude».
Papa Benedetto già nel luglio del 2005 (tre mesi dopo l’elezione) aveva fatto consultare sulla questione le Conferenze episcopali di tutto il mondo e aveva tirato la conclusione della necessità del cambiamento. Chi si era opposto alla decisione papale aveva espresso il timore che i fedeli non capissero il nuovo testo o lo interpretassero nel senso di una «restrizione» del numero dei salvati.
La lettera del Papa ai vescovi della Germania ovviamente vale – nella sostanza – per gli episcopati di tutto il mondo che sono alle prese con analoghe traduzioni “inclusive” e dunque anche per il nostro. Benedetto nella lettera rifà la storia della traduzione “per tutti”, si appella alla più recente traduzione “unificata tedesca” della Bibbia – cioè condivisa da cattolici e protestanti – che è tornata al “per molti” e conclude: «La traduzione di “pro multis” con “per tutti” non è stata una traduzione pura, bensì un’interpretazione, che era, e tuttora è, ben motivata, ma è una spiegazione e dunque qualcosa di più di una traduzione». E’ dunque necessario che essa venga «sostituita dalla semplice traduzione ‘per molti’».
In obbedienza alle direttive papali già i vescovi statunitensi hanno adottato la traduzione “for many”. In tedesco sta per arrivare il “für viele” voluto dal Papa tedesco. I nostri vescovi – generalmente in prima fila nel seguire i desiderata papali – in questa occasione sono tra i renitenti e si mostrano affezionati al “per tutti”, se non altro al fine di risparmiarsi le obiezioni dei partecipanti alle celebrazioni, che direbbero: “Si cambia di nuovo?”
Nel novembre del 2010, in una votazione su questa richiesta del Papa, 171 nostri vescovi votarono “no”, 11 “sì”, mentre solo 4 furono quelli che proposero “per la moltitudine”. Ed è oggi verosimile che siano quei quattro ad averla vinta: la soluzione alla francese sta infatti guadagnando terreno tra i nostri studiosi. Sono già almeno tre le voci di biblisti e teologi che la propongono con argomentazioni convergenti.
Il primo dei due specialisti, Francesco Pieri, prete di Bologna e professore di liturgia e greco biblico, propone – nel volume appena uscito “Per una moltitudine”. Sulla traduzione delle parole eucaristiche (EDB) – “per la moltitudine”. Il secondo studioso, Silvio Barbaglia, prete di Novara e professore di esegesi, suggerisce “per moltitudini” con un intervento sulla rivista “Fides et Ratio” intitolato «Per tutti» oppure «per molti»?.
Il teologo è Severino Dianich, prete di Pisa, che firma l’introduzione al volume di Pieri invitando a prestare attenzione alla proposta dello studioso bolognese. Tra i favorevoli alla soluzione “francese” vanno poi segnalati la rivista “Il Regno” che per prima lo scorso maggio ha ospitato la tesi del Pieri e il sito “Cantuale Antonianum” – di liturgia e canto liturgico – che ora recensisce le proposte Pieri e Barbaglia e ne avanza una sua: “per le moltitudini”.
Per Pieri “una soluzione per avvicinarsi alla lettera della formula senza tradirne il senso è rappresentata dalla felicissima traduzione del messale francese, ‘pour la multitude’, che sarebbe senza difficoltà adottabile in italiano e probabilmente anche nelle altre lingue romanze: ‘per la moltitudine’ o se si preferisce ‘per una moltitudine’: una tale traduzione, più vicina alla lettera del messale romano di quella attualmente in uso, aiuterebbe a dischiudere a un maggior numero di fedeli il cuore stesso di quella preghiera eucaristica con la quale per oltre un millennio e mezzo l’Occidente ha celebrato la messa, professando la propria fede e alimentando la propria devozione”.
Credo – scrive il Barbaglia – che l’espressione letterale più corretta che renda il senso innovativo dato dalla redazione liturgica sia: ‘per voi e per moltitudini’. Ma l’espressione ‘pro multis’ potrebbe anche essere resa con due termini invece di uno: attraverso un sostantivo che esprima l’idea della moltitudine, accompagnato da un aggettivo che ne sottolinei la dimensione ‘in-definita’. L’aggettivo della lingua italiana – proveniente dalla lingua latina – che meglio esprime tutto ciò è ‘immenso’, che significa ‘senza misura’: esattamente la dimensione di ciò che non è delimitato o definito. L’esito dell’analisi qui condotta sarebbe dunque “per voi e per moltitudini immense”.
Luigi Accattoli - da "La Lettura" del Corriere della sera - 12 Agosto 2012

2 commenti:

  1. pro multis!
    oltre ad essere filologicamente più corretto, darebbe anche l'idea reale della responsabilità dell'uomo di fronte al Pane...

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  2. tradurre "per moltitudini" o similari, nonostante ci si avvicinerebbe un pi' di più alla fonte, sarebbe comunque un'interpretazione aggiuntiva. come forse si intuisce dall'altro mio commento, è chiaro che il "pro multis" delle fonti non va inteso come "Gesù versa il Sangue per pochi"; Gesù versa il Sangue per tutti, sta alla libertà dei "tutti" (cioè di ognuno) di accettare o no il Sacrificio...

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