venerdì 1 marzo 2013

Come fai tu a vincere la repulsione?

<<Come fai tu a vincere la repulsione?>>. 
Egli mi rispondeva: <<In sostanza non dimenticare mai che se anche la casa è sordida tu ti avvicini a Cristo. Ricordati bene quello che ha detto il Signore: il bene che si fa ai poveri è bene fatto a me stesso>>.



Nella mia limitata vita di ogni giorno, mai ebbi modo di ricevere un'impressione tanto profonda come quella che mi viene dalla forte personalità di questo giovane.
Penso che nell'ora presente è gran cosa un modello di virtù, quale Pier Giorgio ci offre di sé. Egli passa nel silenzio e nel segreto, senza plauso, e al povero dona un pane e il suo cuore, all'orfano la carezza affettuosa, al vecchio il suo sorriso luminoso, all'infermo il balsamo della sua assistenza amorosa. Vi è dell'eroismo nell'apostolato di lui: quasi esce dalla famiglia dove potrebbe trovare tutti gli agi, la soddisfazione di tutti i piaceri, ed è alla dura scuola del nostro mondo che si forgia un'anima forte, che ha costanza, energia, coraggio, sacrificio; tutto quello insomma che è bello, degno, glorioso.
Dimentica le possibilità brillanti che l'alto censo gli permetterebbe e non teme di portare il suo singolare, evangelico spirito di rinuncia, di distacco, di povertà in una vita che, come l'uomo l'ha fatta, rassomiglia molto più a un festino selvaggio dove commensali ineducati si tolgono a vicenda le vivande invece di offrirsele.
Davanti alla sua opera generosa, alla sua calda e purissima fede, alla sua modestia e giovialità inalterabili c'è da restar commossi. Ed io, stasera, a contatto del suo ardente e comunicativo zelo per le opere cristiane, ho provato un'intima commozione.
(Angiolo Gambaro, pedagogo, storico e presbitero di Torino)

Testo: PierGiorgio Frassati - I giorni della sua vita, Luciana Frassati, Edizioni Studium-Roma, 1975

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