sabato 29 settembre 2012

Gesù allungò un braccio dall'altra parte del tavolo e afferrò la mano del vecchio. <<Ogni giorno ci fai esercitare negli stessi movimenti, continuiamo a ripetere quei colpi simili a pennellate e a cantare i medesimi mantra. Perché? Perché quelle azioni diventino naturali e spontanee senza essere indebolite dal pensiero. Dico bene?>>.
<<Sì>>.
<<La compassione funziona allo stesso modo>> aggiunse il mio amico. <<E lo yeti lo sapeva. Amava costantemente, istantaneamente, spontaneamente, senza pensieri o parole. E' questo che mi ha insegnato. L'amore non è una cosa a cui si pensa, ma una condizione in cui si dimora. E' stato il suo dono per me>>.


Christopher Moore, 
Il Vangelo secondo Biff - amico di infanzia di Gesù

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