giovedì 4 ottobre 2012

Transito di San Francesco

Dimorava allora il beato Francesco nel palazzo del vescovo di Assisi, e prego i frati di trasportarlo in fretta alla Porziuncola, poiché voleva rendere l'anima a Dio là dove per la prima volta conobbe la via della verità.
I pochi giorni che mancavano alla sua morte li passò in inni di lode, invitando i compagni diletti a cantare con lui le lodi di Cristo. Chiamava tutte le creature a lodare Dio, esortandole al divino amore. Perfino la morte, a tutti terribile e odiosa, esortava a lodare il Signore, correndole incontro e accogliendola come ospite gradita. "Ben venga - diceva - la mia sorella morte".
Dopo pochi giorni che si trovava nel luogo tanto desiderato, avvedendosi che la morte incalzava, chiamò a sé due frati e figlioli suoi prediletti e comandò loro di cantare ad alta voce, con giubilo di spirito, lodi al Signore per la morte vicina, anzi per l'approssimarsi della vera vita.

Su tutti i frati, che intanto si erano posti a sedere intorno a lui, stese poi le mani con le braccia disposte a forma di croce - il segno che tanto amava - e tutti, presenti e assenti, benedisse nella potenza e nel nome di Cristo crocifisso.

Poi aggiunse: "Figli miei, restate tutti saldi nel santo timore di Dio e perseverate sempre in esso. Poiché le tribolazioni e le Tentazioni verranno; beati però saranno coloro che persevereranno in questa via nella quale si sono incamminati.Io mi affretto a tornare a Dio, alla cui bontà vi raccomando tutti".
Finita questa dolce esortazione, quest'uomo carissimo a Dio si fece portare il libro dei Vangeli e chiese che gli si leggesse quel tratto del vangelo di San Giovanni che comincia con le parole: "Prima della festa di Pasqua".

Poi Francesco cominciò a recitare forte, per quanto gli era possibile, le parole del salmo "Con la mia voce al Signore grido aiuto, con la mia voce al Signore grido aiuto", e continuò così sino alla fine, concludendo: "I giusti mi faranno corona, quando mi concederai la tua grazia".
Poi si rivolse al medico: "Coraggio, frate medico, dimmi pure che la morte è imminente: per me sarà la porta della vita!". E ai frati: "Quando mi vedrete ridotto all'estremo, deponetemi nudo sulla terra come mi avete visto ieri l'altro, e dopo che sarò morto, lasciatemi giacere così per il tempo necessario a percorrere comodamente un miglio".
E mentre molti frati dei quali era padre e guida, ivi raccolti con riverenza aspettavano il beato passaggio e la benedetta fine, quella santissima anima si sciolse dalla carne, per essere assorta nell'abisso di eterna luce, e il corpo si addormentò nel Signore.
Si radunò allora una moltitudine di gente che lodava Dio, dicendo: "Lodato e benedetto sii tu, Signore Iddio nostro, che a noi indegni hai affidato un sì prezioso tesoro, lode e gloria a te, Trinità ineffabile!".


(Transito di S. Francesco - 
tratto da  Lo specchio di perfezione, Frate Leone)


BENEDICAT


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