Nel 1977 avevo 31 anni. Ero stato ordinato prete cinque anni prima ed ero direttore spirituale al seminario Pime di Maryglade a Detroit, nel Michigan (USA). I superiori mi avevano chiesto di guidare per l'anno della spiritualità i seminaristi che, completati gli studi, si preparavano alla promessa iniziale di aggregazione al Pime. Per prepararmi all'incarico, chiesi al superiore regionale degli USA il permesso di ritirarmi per un mese ignaziano presso il Centro Colombiere in Michigan. Dopo i primi dieci giorni di ritiro, il direttore mi disse: <<Adriano, tu non hai ancora iniziato il tuo ritiro. Pensi a scrivere testi e istruzioni per i seminaristi che guiderai nell'anno di spiritualità, ma non stai riflettendo sul tuo rapporto con Gesù>>.
Nei giorni seguenti mi sforzai di vedere che tipo di rapporto avevo con Gesù, ma sentivo di non averne nessuno. Mi sembrava di essere in una stanza con le pareti di vetro. Vedevo Gesù che guariva, perdonava, insegnava alla gente, provava amore e compassione per la prostituta, per Zaccheo, per Pietro, il buon ladrone, ma non avevo alcun tipo di contatto diretto con lui. Andò avanti così per vari giorni, finché non fui seriamente preoccupato per la mia mancanza di sentimenti verso Gesù e per la mia incapacità di provare qualcosa per Lui. Giunsi alla conclusione che non avevo mai veramente conosciuto Gesù.
Mi sembrava di impazzire...
Urlavo nei boschi che circondavano il centro ritiri: <<Non conosco Gesù, non l'ho mai conosciuto...Come è possibile? Sono nato in una famiglia cattolica, sono entrato in seminario quando avevo 11 anni, mi sono sempre comportato bene, sono stato amato dai superiori e da tanta gente. Ho predicato su Gesù. Ho celebrato la Messa tutti i giorni...>>. Poi mi misi a pregare: <<Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla>>, ma mi accorsi che il mio cuore non credeva a quello che dicevano le mie labbra. Confidai quei sentimenti al mio direttore e lui mi rispose: <<Anche san Paolo non credeva in Gesù, ma poi si convertì a lui>>. Ciò mi rese ancora più disperato: <<Sono forse un fariseo?>>. Contemporaneamente mi tornarono in mente tutti i peccati della mia vita, sconvolgendomi. Era come se non fossi mai stato perdonato anche se ero andato a confessarmi.
Era il ventiduesimo giorno di ritiro quando meditavo su tutti questi angoscianti pensieri. Mi trovavo nel bosco quando all'improvviso il cielo divenne scuro, e fu presto squarciato da lampi e forti tuoni. Cominciò a cadere la pioggia. Corsi in casa, entrai nella cappellina, mi sedetti per terra e mi addormentai. Fui risvegliato da una luce intensa e da una voce forte che mi diceva: <<Ti amo>>. Mi svegliai e chiesi: <<E i miei peccati?>>. La voce mi rispose immediatamente: <<Ti amo con tutti i tuoi peccati>>. Ero confuso, sorpreso e felice al tempo stesso, anche se lì per lì non capii il significato dell'accaduto.
Adriano Pelosin,
missionario Pime in Thailandia
(articolo pag 37, Mondo e Missione, Ottobre 2012)
bello Eli! davvero un bel testo!
RispondiEliminasì, serviva proprio
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