Dai "Discorsi" di San Leone Magno, papa
Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci!
Non c’è spazio
per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la
paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne.
Nessuno è escluso da
questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro
Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero
dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti.
Esulti il santo, perché si
avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono;
riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita.
Il Figlio di Dio infatti, giunta la pienezza dei tempi che l’impenetrabile
disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo Creatore la
natura umana, l’assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della
morte, fosse vinto da quella stessa natura che prima lui aveva reso schiava.
Così alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: «Gloria a Dio nel
più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14).
Essi
vedono che la celeste Gerusalemme è formata da tutti i popoli del mondo.
Di
questa opera ineffabile dell’amore divino, di cui tanto gioiscono gli angeli
nella loro altezza, quanto non deve rallegrarsi l’umanità nella sua miseria!
O
carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre per mezzo del suo Figlio nello Spirito
Santo, perché nella infinita misericordia, con cui ci ha amati, ha avuto pietà
di noi e, mentre eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con
Cristo (cfr. Ef 2, 5) perché fossimo in lui creatura nuova, nuova opera delle
sue mani.
*Apocalisse 21,5
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