Hanno
ragione sul fatto della testimonianza, che molto tocca e ci contraddice. Però
si aspettano siano i buoni a pregare, che solo i buoni possano inginocchiarsi:
quelli con coscienza immacolata, quelli da rettitudine morale. Come Maria (però
ne dimenticano il dolore). Perché inginocchiarsi, mettersi a pregare, non è un
premio per la buona coscienza: la carità
non è il regalo a punti del benzinaio. La cerchiamo sempre, più grande di noi.
C'inginocchiamo perché non siamo santi, perché siamo indegni. Perché Lui è
Santo, e Lui è degno: lo vediamo nel mattino, nelle colline; nel freddo
improvviso alle mani a settembre, nella luna l'altroieri piena: dove tutto
vive. Soprattutto, ne sentiamo la mancanza. Ne soffriamo il digiuno dopo
giorni, la domenica mattina. Però Lui chiama in questa assenza: la nostra
assenza, la nostra sufficienza. Nel nostro stare mezzi (mezzi pieni, mezzi
veri) chiama ancora dentro il cuore, Lui soffia, comprende, dice: "Come
hai fatto, vieni": noi, gli operai dell'ultim'ora, gli scandalizzanti che
saremo sempre. Perché Lui è giusto, e Lui è buono: non è di questo che sono
invidiosi?
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