A
che insistere quindi su questo barocco concetto: la felicità degli Italiani
p.e. che sarà? Essa è tutta consegnata al compito, all’azione, al divenire:
così nelle famiglie, il domani: l’amore è un divenire: non si potrebbe
eternamente baciare una donna, senza stancarsi: si bacia, e poi si prosegue.
Figli, prole, futuro. Il concetto statico di felicità ripugna con tutte le
manifestazioni della vita, individuali e collettive, fisiologiche,
psicologiche, morali, ecc. – Esso è solo l’indice del grado onde il compito è
adempiuto, non può essere un fine, ma è un’armonizzazione dei nostri atti e
pensieri.
C.
E. Gadda, La grama felicità, in Meditazione milanese, 1928, in
Scritti vari e dispersi, Garzanti,
1993.
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